Tudor: “La Juve non può partire solo per qualificarsi alla Champions”

TORINO – La domanda resta sospesa: quanto vale realmente la Juventus, dove potrà arrivare? "Mi dicono che ci considerano da quarto, quinto o sesto posto e questo può essere solo uno stimolo. Quello che posso dire è che un club come questo non parte per qualificarsi alla Champions e basta". Ai pronostici, Igor Tudor non si sottrae, ma nemmeno li prende sul serio: "La verità è che da 5 anni la Juve non arriva né prima né seconda, e non è una bella cosa. So che vi piacerebbe se dicessi che invece noi lo faremo, posso anche dirlo ma tanto non cambia niente. Sono giochi mentali che a me sinceramente fanno ridere, come quando ti danno per favorito per metterti pressione addosso: sono finte che anche un bambino di dieci anni capisce. Chi se ne frega di quello che dicono gli altri, mica c'è meno pressione o lavori in modo diverso se non sei favorito. È divertente parlare, si fa un po' di spettacolo, ma l'unica cosa da fare è lavorare, poi chissà".
"Il mercato? Se tutto fosse perfetto sarebbe un film”La Juventus debutta allo Stadium contro il Parma di Cuesta: è un avversario al buio, perché lo spagnolo è all'esordio assoluto su una panchina. Di incognite ne conservano anche i bianconeri, principalmente legate al mercato: "Se mi chiedete cosa succederà la settimana prossima vi rispondo che non lo so, ma accetto tutto. Sono contento della squadra che ho e ho fiducia nel club. La società conosce i miei pensieri, ma è anche vero che è un mercato complicato. Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni. Non può essere tutto perfetto, ci sono problemi qui come ovunque, alla Juve come al Verona, alla Lazio o al Galatasaray. Se fosse tutto perfetto sarebbe un film".
La questione della fascia da capitanoIl rischio che non arrivi Kolo Muani e che resti Vlahovic è concreto: sarà una questione di incastri. Tudor aspetta, spera e si concentra sulla sfida con il Parma: potrebbe proporre Koopmeiners al posto di Locatelli, che resterà comunque capitano. "Come vice abbiamo scelto Bremer, che oggi giocherà. Poi Yildiz, Gatti e Thuram: so che l'argomento l'anno scorso aveva fatto discutere, per cui abbiamo preso questa decisione insieme alla società e al gruppo". Sono queste le cose che contano, dice, non la retorica dell'appartenenza. "Da uno a dieci, avere il dna del club conta 2, ma essere bravo 8. È un'aggiunta, ma se non sei capace non vale niente". Tocca dunque a lui dimostrare di essere bravo, oltre che profondamente juventino: “Sarà un bel campionato perché non c’è squadra che non abbia un ottimo allenatore. Ma in qualche categoria devo essere inserito non posso dirlo io”.
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